Deceuninck-Quick-Step, Alvaro Hodeg: “Sono passato da sprintare a 70 km/h a non vestirmi da solo. Felice di tornare a pedalare”
Alvaro Hodeg è pronto ad affrontare la stagione 2020. Il colombiano della Deceuninck-Quick-Step aveva chiuso il 2019 nel peggiore dei modi a causa di una caduta nel finale del Tour de l’Eurometropole che gli aveva procurato diverse fratture, tra cui una alla spalla sinistra che aveva richiesto un intervento chirurgico. Tornato ad allenarsi nelle scorse settimane, il talentuoso velocista spera di essersi definitivamente lasciato alle spalle la sfortuna e di potere quindi tornare a sprintare ai suoi massimi livelli, che gli hanno permesso di vincere sette corse nel 2019, tra cui due tappe alla Adriatica Ionica Race.
“Il mio inverno è stato molto difficile, ma finalmente sta andando meglio – confessa Hodeg – Gli ultimi mesi sono state le peggiori vacanze che ho avuto, perché dopo l’incidente ho avuto un mese e mezzo in cui non ho quasi mai lasciato il letto! Sono stato davvero felice di essere potuto tornare sui rulli all’inizio di dicembre e, una settimana prima del training camp di Calpe, sono riuscito a uscire di nuovo in bici. Sono stato estremamente felice di ricominciare a pedalare e giusto in tempo! L’unico dolore che ho ora è al polso sinistro: posso tenere il manubrio senza problemi, ma quando devo fare pressione durante uno sprint, ho un leggero dolore. Mi sono allenato per gli sprint e sta andando bene, quindi sto guadagnando sempre più fiducia”.
“Tutti continuano a chiedermi ‘Com’è stata la tua vacanza?’ – prosegue il velocista – perché ho fatto due mesi senza bicicletta e le persone pensano che stessi facendo festa, ma in realtà facevo terapie per la mia mano e la mia spalla. Normalmente avrei fatto tre settimane senza bici, ma dovevo assicurarmi di non muovermi e stare molto attento. I primi giorni sono stati davvero difficili. Non ero mai caduto così e avevo bisogno di qualcuno con me tutto il tempo, anche per mangiare o andare in bagno perché non potevo usare nessuna delle due mani“.
Il colombiano racconta i suoi sfocati ricordi sull’accaduto: “Mi ricordo solo l’ultima curva, appena prima della caduta. Entrando nella curva non pensavo sarei caduto, ma sapevo che non volevo essere così lontano. Non so esattamente cosa l’abbia causata, ma penso che stessi spingendo troppo. Ero molto motivato e ho preso la curva troppo velocemente. Il mio ricordo successivo sono io per terra, poi il mio risveglio in ospedale. In mezzo non ricordo nulla. Quando mi sono svegliato in ospedale ho chiesto al dottore chi avesse vinto”.
Il corridore della Deceuninck-Quick-Step prosegue con la storia del suo difficile percorso di riabilitazione, che gli ha fatto vivere momenti davvero difficili: “Quando ero a letto in riabilitazione, la mia famiglia è stata grandiosa a restarmi accanto. I miei genitori e mio fratello restavano con me a guardare film e serie TV. Potevamo uscire un pochino, ma era un lavoraccio, quindi rimanevamo a casa. Per me è stato un po’ deprimente e mi ha abbattuto a livello mentale. Dopo una settimana ho provato a vestirmi da solo dopo una doccia perché non c’era nessun altro a casa e non ci sono riuscito, quindi mi sono messo a piangere. Sono passato dallo sprintare a 70 km/h a non essere nemmeno capace di vestirmi da solo. Un passo alla volta la situazione è migliorata, ma è stato davvero difficile da digerire”.
Ora che il peggio è passato, Hodeg può già abbozzare una prima parte del programma per la stagione 2020: “Ora sono tornato in sella alla mia bicicletta, anche se a questo punto dell’anno sarei molto più avanti nel mio programma abituale. La mia prima corsa sarà in Argentina: è il momento giusto per me, so che a gennaio potrei essere in buona condizione. Forse non al 100%, ma vicino. Poi andrò in Colombia, e sarà davvero speciale per me. È casa mia e vincere lì, come l’anno scorso, sarebbe fantastico. Non vedo l’ora di essere lì di nuovo”.
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